Da alcune settimane quando arrivo al Centro Fonti San Lorenzo mi capita di incrociare ragazzi per strada, o di essere fermato da ragazze nel campetto, che mi dicono cose tipo “Viva la scuola attiva”, o “quando la rifacciamo Attiva?” o “Perché Attiva non è durata una settimana?”.

E’ una bella sensazione, non lo nego.

Significa che ragazzi e ragazze che abbiamo incontrato la mattina a scuola hanno cominciato a frequentare gli spazi di Fonti nel pomeriggio; significa che hanno capito il senso e il valore dell’esperimento didattico portato alla scuola San Vito anche quest’anno; significa che si son divertiti e son stati bene.

Sì, partire da qua. Divertirsi e stare bene sono elementi fondamentali che devono abitare ogni luogo educativo: possono essere l’effetto e la causa che alimenta la scuola, l’apprendimento, l’incontro con gli altri. E questo vale ancora di più in una scuola che viene costruita con un basso livello di autorità, un alto coinvolgimento degli studenti e delle studentesse, con un livello alto di corresponsabilità e di delega, di organizzazione e di libertà.

Attiva 2024 è andata davvero molto bene. La due giorni realizzata alla scuola media San Vito rappresenta un’opera innanzitutto di ingegneria pedagogica: ha un alto livello di organizzazione (degli spazi, dei tempi, dei cambi) che comporta un ripensamento strutturale della scuola e un’assegnazione diversa delle funzioni. I corsi sono tenuti da studenti (l’80% circa), docenti (10%) ed esterni (10%): si basa sull’idea che gli studenti e le studentesse si muovono negli spazi, hanno dei laboratori a cui si sono iscritti/e ma che possono anche cambiare. E’ una struttura flessibile e modulabile, che incentiva l’autorganizzazione e l’incontro, favorisce la cooperazione, accoglie i problemi perché riconosce negli errori un fattore trasformativo e un’occasione di evoluzione ed apprendimento. Capiterà quindi di dimenticarsi dei materiali, di incrociare responsabili assenti o dover ripensare degli ambienti per eccesso di iscrizioni. Capiterà di vedere persone imboscarsi in corsi non previsti (percentuale molto bassa, inferiore al 10%), ma difficilmente vede qualcuno/a non partecipare alle attività che ha volontariamente scelto. Riduce la dispersione, perché si basa sulla scelta e sulla mobilità volontaria. Assorbe bene le difficoltà.

I docenti si evolvono, diventando mediatori e figure di supporto e sostegno, sherpa in grado di accompagnare i/le referenti dei corsi nella gestione dei materiali, nell’organizzazione che precede il corso. Gli studenti e le studentesse si ritrovano in un ruolo diverso: un esempio concreto di come Attiva possa poi facilitare meglio l’empatizzazione, il rispetto del lavoro altrui, l’immedesimazione.

In questo contesto, educatrici e volontari del Centro Fonti San Lorenzo oltre a tenere viva e far funzionare l’infrastruttura che rende tutto questo possibile, si sono inseriti dentro le attività, creando rapporti e relazioni da riportare fuori.

Attiva 2024 è stata tante cose: la piazza di San Vito pedonalizzata per fare sport, le intelligenze multiple, il corso di Debate dei ragazzi con più iscritti del calcetto, le acconciature e le unghie nuove, i giochi da tavolo e le arti marziali, il pallone in strada e le torte del corso di cucina. Le imperfezioni, i tentativi, le nuove scoperte, il rumore sano di giovani che girano nei corridoi e raccontano.

Noi ci portiamo a casa questa “scuola speciale” di cui abbiamo fatto parte, la gratitudine per docenti studenti studentesse e personale della scuola che ci hanno supportato per renderlo possibile. E ci portiamo a casa ancora il sogno, pazzo, di una scuola che possa sempre più dialogare con la città e immaginarsi davvero attiva e cooperativa, laboratorio dove sperimentare vita, libertà, partecipazione.