Si è concluso l’evento didattico ATTIVA, realizzato nella Scuola Secondaria di Primo Grado San Vito di Recanati, nelle due giornate del 20 e 21 febbraio 2023.
Protagonisti assoluti sono stati gli studenti delle classi prime, seconde e terze dell’Istituto che hanno scelto, organizzato e realizzato delle attività in autogestione, con la collaborazione dei loro insegnanti e dei volontari del Centro Culturale Fonti San Lorenzo, che per l’occasione hanno trasformato l’edificio, seguendo il modello DADA e ispirandosi chiaramente ai principi dell’Attivismo pedagogico.
È indubbio, infatti, il richiamo in questa esperienza a grandi maestri come Ferriere che individuava tra i «principi a fondamento della scuola attiva»: la spontanea espressione degli interessi e dell’esperienza diretta, l’attenzione alla cooperazione e coeducazione per la formazione dell’uomo e del cittadino. O a Dewey, grande filosofo americano, che sosteneva l’esigenza di una scuola-laboratorio, dove il compito principale dell’insegnante fosse quello di guidare l’allievo a diventare l’educatore di se stesso, tenendo in considerazione le sue reali necessità. Ed è evidente, infine, che, quanto realizzato, è stato senz’altro ispirato da Maria Montessori, che, proponendo la “liberazione dell’anima”, sottolineava che il ruolo dell’adulto era solo quello di aiutare lo studente nella conquista del suo sviluppo intellettuale, senza interferire e favorendo anzi l’autocorrezione.
Alla luce di quanto detto, i docenti dell’IC Badaloni e i volontari del Centro Culturale Fonti San Lorenzo hanno prodotto un contenitore, all’interno del quale gli studenti hanno liberamente manifestato i loro interessi e desideri, diventando “professori”, laddove sorgesse la volontà di organizzare un corso di studio, e “liberi studenti” attraverso l’adesione volontaria alle attività attinenti alle loro passioni. E in questa struttura, che, come già detto, è stata organizzata seguendo la logica degli ambienti di apprendimento trasformabili e organizzati in moduli orari, gli alunni hanno avuto occasione di esprimere quarantacinque libere proposte didatticamente stimolanti, frutto dei loro interessi, che poi sono state selezionate e accorpate in modo da essere concentrate in due giorni. Ed ecco che accanto al karate, allo judo e alla danza, si sono affiancate la street art e il lettering, le attività di cucina e cake design; alla nail art e al “trucco e parrucco” sono state abbinati meme, giochi da tavolo, necrologi, esperimenti scientifici e scacchi; per proseguire ancora con cinema, videogiochi, joga, origami, fotografia e editing. Interessanti sono stati anche i laboratori del “Carnevale indossato”, di fotografia, armocromia e cura di sé. Innegabile successo
ha, infine, riscosso un’attività artigianale come quella della creazione di braccialetti.
L’occasione è stata, dunque, importante, perché alunni di classi diverse hanno interagito confrontandosi, a volte anche con qualche difficoltà, come accade nella vita, di cui la scuola è palestra, per trovare varie soluzioni ai problemi che si presentavano. Sempre però è emersa la volontà complessiva di collaborare e di vivere questo momento di autonomia con grande responsabilità e serietà, alla luce di un rapporto nuovo anche con i propri docenti. Gli insegnanti non hanno, infatti, perso l’autorevolezza del loro ruolo, ma anzi hanno guadagnato un rinnovato rapporto fiduciario con i propri studenti, quello che nasce dalla comunità di intenti, dalla volontà di dialogare, di aiutare e non sostituirsi, perché insegnare è appunto “lasciare un segno” e l’educare sarà sempre un “educere”, un tirare fuori ciò che di meglio abbiamo dentro.